Carl Sagan sulla canapa – Mr.X

Nota di Bruno Moretti IK2WQA: l’articolo seguente è stato scritto da Carl Sagan nel 1969 ed è stato pubblicato sul libro “Marihuana Reconsidered” del Dr. Lester Grinspoon nel 1971. Il grande astronomo e divulgatore Dr. Carl Edward Sagan (1934-1996) a quell’epoca aveva 35 anni. Ha continuato a fumare cannabis per il resto della sua vita. Io e Carl parlammo (anche) dell’argomento cannabis nel nostro incontro del 1990 a Pasadena in California. Sull’utilizzo medico della cannabis indica come coadiuvante (antiemetico) nella chemioterapia neoplastica (tumori, leucemie, ecc.) e come cura di glaucoma, epilessia, sclerosi multipla, paraplegia e tetraplegia, AIDS, dolori cronici, emicrania, prurigine, dolori mestruali e doglie, depressione e altre malattie mentali, ecc., leggi in italiano: “Marijuana, la medicina proibita” di Lester Grinspoon & James B. Bakalar

Mr. X

di Carl Sagan
Testo originale http://www.marijuana-uses.com/essays/002.html
Traduzione in italiano di Bruno Moretti Turri IK2WQA

Tutto cominciò approssimativamente dieci anni fa. Avevo raggiunto un periodo notevolmente rilassato della mia vita – un periodo in cui ero giunto a ritenere che non c’era solo la Scienza nella vita, un momento di risveglio della mia coscienza sociale, un periodo in cui ero aperto a nuove esperienze. Avevo fatto amicizia con un gruppo di persone che fumavano  occasionalmente la cannabis, irregolarmente, ma con piacere evidente. Inizialmente ero poco disposto a partecipare, ma l’apparente euforia che la canapa produce ed il fatto che non c’era dipendenza fisiologica (N.d.T.: assuefazione) alla pianta mi  hanno persuaso a provare. Le mie esperienze iniziali sono state interamente deludenti (N.d.T.: probabilmente perché si trattava di “roba” scadente…); non c’era nessun effetto ed ho cominciato a pensare a una varietà di ipotesi che la cannabis fosse un placebo che funziona tramite aspettativa e iperventilazione piuttosto che chimicamente. Dopo approssimativamente cinque o sei tentativi senza successi, comunque accadde (N.d.T.: probabilmente perché si trattava di roba “giusta”…). Io stavo giacendo sulla schiena nel soggiorno di un amico ed esaminando le ombre gettate sul soffitto da una pianta conservata in vaso (non cannabis!). Io compresi improvvisamente che stavo esaminando una miniatura intricatamente dettagliata di Volkswagen (N.d.T.: allusione alla Volkswagen Maggiolino), delineata distintamente dalle ombre. Ero molto scettico a questa percezione e provavo a trovare delle contraddizioni fra la Volkswagen e quello che vedevo sul soffitto. Ma era tutto là: i coprimozzi, la targa, le cromature ed anche la maniglia per aprire il cofano. Quando io chiusi gli occhi, rimasi stordito nel trovare che c’era un film sulla parte interna delle mie palpebre. FLASH… una semplice scena campagnola con casa colonica rossa, cielo blu, nubi bianche, strada gialla del paese che serpeggia sopra le colline verdi all’orizzonte… FLASH … la stessa scena, casa arancione, cielo marrone, nubi rosse, strada gialla, campi viola… FLASH … FLASH … FLASH. I flash venivano circa una volta per ogni battito cardiaco. Ogni bagliore portò la stessa semplice scena in vista, ma ogni volta con un diverso set di colori… colori squisitamente profondi e sorprendentemente armoniosi nella loro giustapposizione. Da allora in poi io ho fumato di quando in quando e l’ho goduto completamente. Amplifica le sensibilità e produce quello che a me interessa anche più dell’effetto, come  spiegherò brevemente.

Io posso ricordare un’altra esperienza visiva iniziale con la cannabis nella quale vidi una fiamma di candela e scoprii nel cuore della fiamma, mentre stava in piedi con magnifica indifferenza, il cappello nero del gentiluomo spagnolo coperto con un mantello che compare sull’etichetta della bottiglia dello sherry Sandeman.
Tra l’altro, guardare il fuoco quando sei sballato, specialmente attraverso un prisma caleidoscopico,
è un’esperienza straordinariamente commovente e bella.

Desidero spiegare che in nessun momento io ho pensato che queste cose esistessero “realmente”.
Sapevo che non c’era una Volkswagen sul soffitto e non c’era l’uomo del Sandeman nella fiamma.
Non trovo alcuna contraddizione in queste esperienze. C’è una parte di me che lavora creando percezioni che nella vita di ogni giorno sarebbero bizzarre; c’è un’altra parte di me che  osserva. Circa la metà del piacere viene dalla parte-osservatore che apprezza il lavoro della parte-creatore. Sorrido, o a volte persino rido a crepapelle, alle immagini sulle parti interne delle mie palpebre. In questo senso, suppongo che la cannabis è psicomimetica, ma non trovo il panico o il terrore che accompagna alcune psicosi. Probabilmente perché so che è il mio trip (N.d.T.: trip = viaggio, = sballo nel gergo hippy) che posso velocemente interrompere in qualunque momento lo desidero.

Mentre le mie percezioni iniziali erano tutte visive e stranamente mancanti di immagini di esseri umani, ciò è cambiato negli anni successivi. Oggi trovo che un singolo joint (N.d.T.: spinello, giunto, canna, cannone) è sufficiente per portarmi high (N.d.T.: high = alto, essere high = essere sballato, cioè sotto l’effetto del THC = delta-9-tetraidrocannabinolo = C21H30O2, principio psicotropo attivo contenuto nei prodotti della cannabis indica: marijuana e hashish). Esamino se sono sballato chiudendo gli occhi e cercando i FLASH. Vengono molto prima che ci siano alterazioni nelle mie percezioni visive. Penso che questo sia un problema segnale-rumore: l’essere il livello di rumore ottico molto basso con gli occhi chiusi. Un altro aspetto interessante è, almeno nelle mie immagini FLASH, la prevalenza di vignette: solo i contorni delle figure, caricature, non fotografie. Penso che questo sia semplicemente un aspetto di compressione delle informazioni; sarebbe impossibile da afferrare il contenuto totale di un’immagine con il contenuto di informazioni di una fotografia ordinaria, ad esempio 108 bit, nella frazione di secondo che un flash occupa. E l’esperienza flash è progettata, se posso usare questo termine, per l’apprezzamento immediato. Artista e osservatore coincidono. Ciò non significa dire che le immagini non sono meravigliosamente dettagliate e complesse. Recentemente ho avuto un’immagine in cui due persone stavano parlando e le parole che stavano dicendo si formavano e scomparivano in giallo sopra le loro teste, un fumetto per battito cardiaco. In questo modo era possibile seguire la conversazione. Nello stesso tempo occasionalmente una parola compariva in lettere rosse fra le lettere gialle sopra le loro teste, perfettamente nel contesto della conversazione; ma se uno si ricordasse di queste parole rosse, loro enuncerebbero un set piuttosto diverso di asserzioni, penetrantemente critico della conversazione. L’intero set di immagini che io ho delineato qui, 100 parole gialle e 10 parole rosse, accadde in qualcosa meno di un minuto.

L’esperienza della cannabis ha notevolmente migliorato il mio apprezzamento per l’arte, soggetto che io mai avevo molto apprezzato in precedenza. La comprensione dell’intenzione dell’artista che posso realizzare quando sono high a volte è impossibile quando non lo sono. Questo è uno dei molti limiti umani che la cannabis mi ha aiutato a superare. Ho fatto anche alcune ipotesi relative all’arte: non so se sono vere o false, ma era un divertimento formularle. Per esempio, ho speso un certo tempo high guardando il lavoro del pittore surrealista belga Yves Tanguey (o Yves Tanguy). Alcuni anni più tardi, sono emerso da una lunga nuotata nel Mar dei Caraibi e mi sono sdraiato esausto su una spiaggia formata dall’erosione di una vicina scogliera di corallo. Nell’esaminare l’arco di frammenti di corallo dai colori pastello che formava la spiaggia, io vidi di fronte a me un dipinto di Tanguey ENORME. Forse Tanguey ha visitato una tal spiaggia nella sua infanzia.

Un miglioramento molto simile è accaduto con la cannabis nel mio apprezzamento della musica. Per la prima volta ho potuto sentire le parti separate di un’armonia in tre parti e la ricchezza del contrappunto. Da allora ho scoperto che i musicisti professionisti possono mantenere abbastanza facilmente molte parti musicali separate simultaneamente nelle loro teste, ma questo era la prima volta per me. Di nuovo, l’esperienza appresa quando sono high a volte è impossibile quando non lo sono. Il godimento nel mangiare è amplificato; emergono il gusto e gli aromi che per qualche motivo ordinariamente sembriamo essere troppo occupati per notare. Io sono capace di dare la mia piena attenzione alla sensazione. Una patata avrà una tessitura, un corpo ed un sapore come quello di altre patate, ma molto maggiore. La cannabis inoltre aumenta il godimento del sesso: da una parte dà una sensibilità squisita, dall’altra parte posticipa l’orgasmo e in parte mi distrae con la profusione di immagini che passa davanti ai miei occhi. La durata effettiva dell’orgasmo sembra allungarsi enormemente, ma ciò può essere dovuto all’apparente espansione del tempo provocata dal fumare canapa indiana.

Non mi considero una persona religiosa nel senso usuale (N.d.T.: nel 1969 Carl Sagan era un timidone che non osava ancora proclamarsi fieramente ateo razionalista. In seguito si è ampiamente riscattato), ma c’è un aspetto religioso in alcuni highs. La sensibilità intensificata in tutte le zone mi dà un sentimento di comunione con tutto quello che mi circonda, sia animato che inanimato. Qualche volta qualche genere di percezione esistenziale dell’assurdo viene sopra di me ed io vedo con certezza terribile le ipocrisie degli uomini. E altre volte ho una consapevolezza allegra e capricciosa, un senso diverso dell’assurdo. Ambedue questi sensi dell’assurdo possono essere comunicati, ed alcuni degli sballi più rimunerativi che io ho avuto è stato nel dividere discorso, percezioni ed umorismo. La canapa ci porta alla consapevolezza che spendiamo una vita ad addestrare,  trascurare e mettere fuori uso le nostre menti. La sensazione che il mondo stia realmente impazzendo; la canapa mi ha portato al piacere di essere “matto” e alla consapevolezza che noi usiamo la parola “matto” per evitare di pensare a cose che sono troppo dolorose per noi. Nell’Unione Sovietica i dissidenti politici sono normalmente messi in manicomio. Lo stesso genere di cose, forse un po’ più sottilmente, accade qui: “Hai sentito quello che Lenny Bruce ha detto ieri? Dev’essere matto”. Quando sono high con la canapa ho scoperto che c’è una persona all’interno di ciò che la gente denomina “pazzo”.

Quando io sono high posso penetrare nel passato, richiamare i ricordi dell’infanzia, amici, parenti, giocattoli, strade, odori, suoni e gusti da un’era svanita. Posso ricostruire casi reali negli eventi dell’infanzia capiti allora soltanto a metà. Molti, ma non tutti i miei viaggi con la canapa hanno in loro un simbolismo per me significativo che non tenterò di descrivere qui, una specie di mandala impresso sullo sballo. Libero-associandosi a questo mandala, visivamente e come giochi di parole, ha prodotto un allineamento delle comprensioni molto ricco.

C’è un mito su tali highs: l’utente ha l’illusione di possedere una grande capacità di comprensione, che non sopravvive all’esame accurato del giorno dopo. Sono convinto che questo è un errore e che le comprensioni realizzate quando si è high sono comprensioni reali; il problema principale è mettere queste comprensioni in una forma accettabile al diverso sé stesso che noi siamo quando non siamo high. Alcuni dei lavori più duri che io avessi mai fatto è stato mettere tali comprensioni su nastro o per iscritto. Il problema è che dieci comprensioni o immagini interessanti venivano perse nello sforzo di registrarne una. È facile capire perché è probabile che qualcuno pensi che tutta quella difficoltà nel registrare un pensiero sia uno spreco di sforzo, un qualche genere di intrusione della morale protestante. Ma poiché vivo quasi tutta la mia vita non sballato, io ho fatto tale sforzo, penso con successo. Incidentalmente, trovo che le comprensioni ragionevolmente buone possono essere ricordate il giorno seguente, ma soltanto con un certo sforzo per metterle giù in un altro modo.
Se annoto la comprensione o la dico a qualcuno, allora posso ricordarla senza assistenza la mattina seguente; ma me la dimentico se mi limito a pensare che me la devo ricordare.

Trovo che la maggior parte delle comprensioni che io realizzo quando sono high sono nei problemi sociali, un campo di comprensione creativa molto differente da quello per il quale sono conosciuto (N.d.T.: l’astrofisica).
Io posso ricordare un’occasione, mentre stavo facendo una doccia con mia moglie mentre ero high, in cui avevo un’idea sulle origini e la deficienza del razzismo in termini di curve gaussiane.
Ho disegnato le curve con il sapone sulla parete della doccia e sono andato ad annotare l’idea.
L’idea mi ha condotto ad altre idee ed alla fine, dopo circa un’ora di lavoro estremamente impegnativo, mi sono accorto che avevo scritto undici corti saggi su una vasta gamma di problemi sociali, politici, filosofici, biologici ed umani. A causa di problemi di spazio, non posso entrare qui nei particolari di questi saggi, ma da tutti i segni esterni, quali le reazioni del pubblico ed i commenti degli esperti, essi sembrano contenere idee valide.
Li ho usati in lezioni universitarie, conferenze pubbliche e nei miei libri.

Ma lasciatemi provare a darvi almeno l’idea di tal comprensione. Una notte che ero high con la cannabis, io stavo scavando nella mia infanzia, un po’ di auto-analisi e stavo facendo quello che a me sembrava essere un progresso molto buono. Allora ho fatto una pausa e ho pensato quanto straordinario fosse che Sigmund Freud, senza assistenza di droghe, avesse potuto realizzare la sua notevole auto-analisi. Ma poi fui colpito dalla considerazione che ciò era errato, perchè Freud aveva speso il decennio precedente la sua auto-analisi come sperimentatore della cocaina; e mi è sembrato che le comprensioni psicologiche che Freud ha portato al mondo erano almeno in parte derivate dalla sua esperienza con la droga. Io non ho idea se ciò sia  vero, o se gli storici di Freud sarebbero d’accordo con questa interpretazione, o anche se tale idea sia già stata pubblicata in passato, ma è un’interessante ipotesi. (N.d.T.: come medico psichiatra di altre epoche Sigmund Freud ha fatto uso sperimentale di cocaina, droga pesante dagli effetti terribilmente devastanti a quei tempi ancora poco conosciuti. Voi lettori, se avete un minimo di granu salis in zucca, NON PROVATECI MAI!!! Fatevi tutte le dolci canne che volete,  ma STATE ALLA LARGA DALLE DROGHE PESANTI!!! Uomo avvisato…)

Posso ricordare la notte nella quale io mi resi conto improvvisamente del piacere di essere “pazzo”, o notti in cui le mie sensibilità e percezioni erano di natura religiosa. Io avevo un senso molto preciso che questi sentimenti e percezioni, scritte casualmente, non sosterrebbero l’esame critico che fa il commerciante come lo scienziato.
Se trovo alla mattina un mio messaggio della notte precedente con l’informazione che c’è un mondo intorno a noi che percepiamo a mala pena, o che noi possiamo essere uno con l’universo, o persino che certi politici sono uomini disperatamente spaventati, io posso non crederci; ma quando io sono high, conosco questa incredulità..
E così io ho un nastro nel quale mi esorto a prendere tali commenti seriamente. Io dico a me stesso: “Ascolta attentamente, tu figlio-di-puttana della mattina! Questa roba è vera!”. Provo a dimostrare che la mia mente sta funzionando bene; provo a ricordare il nome di una conoscenza del liceo mai più rivista; descrivo il colore, la tipografia e la disposizione di un libro in un’altra stanza e queste memorie passano l’esame critico accurato della mattina. Sono convinto che ci sono livelli genuini e validi della percezione disponibili con la cannabis, con i difetti della nostra società e del nostro sistema d’istruzione, non disponibili a noi senza canapa. Tale commento non solo si applica all’autocoscienza ed alle ricerche intellettuali, ma anche a percezioni di persone reali, dà una sensibilità vastamente migliorata alle espressioni facciali, intonazioni, e scelta di parole che qualche volta producono una relazione così intima che è come se due persone stiano  leggendosi l’un l’altro le menti.

La cannabis permette ai non musicisti di conoscere in piccolo quello che è il piacere di essere un musicista, e ai non artisti di capire le gioie dell’arte. Ma io non sono nè un artista nè un musicista. E nel mio lavoro scientifico? Mentre io trovo un’antipatia curiosa a pensare alle mie preoccupazioni professionali quando sono high – le attraenti avventure intellettuali sembrano essere sempre in un’altra area – io ho fatto un sforzo consapevole di pensare ad alcuni problemi correnti e particolarmente difficili nel mio campo quando sono high.
Funziona, almeno ad un livello. Provo a immaginare, per esempio, una gamma di fatti sperimentali relativi che sembrano essere reciprocamente contradditori. Almeno il richiamo funziona. Poi nel tentare di concepire un modo di riconciliare fatti disparati, potevo fornire una possibilità molto bizzarra, una possibilità che, sono sicuro, non avrei mai pensato quando non sono high. Ho uno scritto che accenna a questa idea di passaggio.
Io penso che questa idea è molto improbabile per essere vera, ma ha conseguenze che sono sperimentalmente testabili, il marchio di garanzia di una teoria accettabile.

Ho accennato che nell’esperienza della canapa c’è una parte della mente che rimane un osservatore spassionato, che può “tornare in sé” in fretta, se necessario. In alcune occasioni sono stato costretto a guidare nel traffico essendo high. Non è stato affatto difficile, benchè avessi alcuni pensieri circa il colore rosso ciliegia meraviglioso dei semafori. Trovo che dopo il giro in auto non sono high affatto. Non ci sono flash sulle parti interne delle mie palpebre. Se siete high ed il vostro bambino vi sta chiamando, potete rispondere in modo competente come al solito. Non sostengo il guidare quando si è high con la canapa, ma posso dirvi per esperienza personale che certamente si può fare. Il mio high è sempre riflettente, pacifico, eccitante intellettualmente e socialmente,
diverso dalla maggior parte degli highs dell’alcool e non ci sono mai i postumi del dopo-sbornia.
Con gli anni trovo che quantità un po’ più piccole di canapa bastano a produrre lo stesso grado di high ed in un cinema recentemente ho trovato che si può essere high inalando il fumo di canapa che permeava il teatro.

C’è una funzione molto piacevole di auto-caratura della canapa.
Ogni tiro è una dose molto piccola; il ritardo fra l’inalazione ed il rilevamento del relativo effetto è piccolo
(N.d.T.: praticamente immediato); e non c’è desiderio di averne ancora dopo che sei high.
Penso che il rapporto R, tra il momento dell’assunzione e quello dell’effetto,
sia importante per prevenire una dose eccessiva.
R è molto grande per l’LSD (che non ho preso mai) (N.d.T.: LSD = LySergic acid Diethylamide = dietilamide-25 dell’acido lisergico = potentissimo e pericolosissimo allucinogeno con il quale Syd Barrett dei Pink Floyd e tantissimi altri ragazzi SI SONO FRITTI IL CERVELLO PER SEMPRE. Uomo avvisato… Carl allude qui al fatto che l’LSD può fare improvvisamente effetto anche 2 o 3 ore dopo l’assunzione. Ciò ha portato molti PIRLA a pensare: non fa niente, è troppo poco, prendiamone ancora! E si sono fottuti…) e  piccolissimo per la canapa.
I piccoli valori di R dovrebbero essere una misura della sicurezza delle droghe psichedeliche.
Quando la canapa sarà  legalizzata, spero di vedere il rapporto R stampato sul pacchetto.
Spero che ciò avvenga nel più breve tempo possibile; l’illegalità della canapa è un oltraggio, un impedimento ad una utilizzazione completa di una medicina che aiuta a produrre serenità e comprensione, sensibilità e amicizia, così disperatamente necessarie in questo mondo sempre più pazzo e pericoloso.

“Sarebbe di interesse universale nella storia dell’umanità scoprire che è stata
la coltivazione della canapa a inventare l’agricoltura e, di conseguenza, la civiltà”.
Carl Sagan, The Dragons of Eden, speculation on the Origin of Human Intelligence, 1977
(ed. it.: I draghi dell’Eden)

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