Privilegi dei credenti

“GALATEO “

Non riesco proprio a capire perche i credenti debbano sempre offendersi quando si parla della loro credenza. 
Un assunto assai diffuso nella nostra società, dato per scontato da tutti, anche dai non credenti, è che l’argomento della fede religiosa sia molto delicato e suscettibile di recare offesa e debba per questo essere oggetto di un rispetto esagerato, ben superiore a quello che qualsiasi essere umano deve al suo simile. Douglas Adams sottolineò il concetto in un discorso estemporaneo che pronunciò a Cambridge poco prima di mo-
rire, e di cui condivido ogni frase:

“La religione… si basa su dottrine che vengono definite sacre o sante.
Indipendentemente dal fatto che la approviamo o no, l’aura di sacralità ci appare così scontata che
ci siamo dimenticati di come l’assunto da cui deriva dica, in sostanza: «Questa è un’idea che non si
può minimamente criticare; non è permesso e basta. Perché non è permesso? Perché no!». Se qual-
cuno vota per un partito le cui idee non approviamo, siamo liberi di discuterne quanto ci pare; tutti
quanti dibatteranno l’argomento senza che nessuno si offenda. Se qualcuno pensa che le tasse deb-
bano aumentare o diminuire, ne parliamo liberamente, mentre se qualcuno afferma: «La mia religio-
ne mi vieta di girare un interruttore il sabato» diciamo: «Benissimo, io lo rispetto»….
Perché è perfettamente lecito sostenere il partito laburista o il partito conservatore, i repubblicani
o i democratici, una scuola di economia piuttosto che un’altra, Macintosh piuttosto che Windows,
ma non è lecito avere un’opinione sull’origine dell’universo e sul suo eventuale creatore, in quanto
l’argomento è considerato «sacro»?… Ci siamo abituati a non mettere mai in discussione le dottrine
religiose. Infatti, è molto interessante vedere quanto furore suscita Richard [Dawkins] quando le
mette in discussione! Tutti diventano isterici, perché non è permesso dire certe cose. Eppure, se si
riflette razionalmente, si capisce che non c’è motivo di non sottoporre le idee religiose alla stessa di-
samina cui sono sottoposte tutte le altre: l’unico motivo è che abbiamo in qualche modo convenuto di non farlo.”

PRIVILEGI DEI CREDENTI

Un esempio dei privilegi concessi alla religione. Il 21 febbraio 2006, la Corte Suprema degli Stati Uniti, in osservanza della Costituzione, ha deliberato che una chiesa del New Mexico possa fare uso di allucinogeni nonostante la legge vigente lo proibisca a tutti gli altri comuni mortali, 11  Questo per favorire i fedeli del   Centro   Espirita   Beneficente   Uniao   do   VegetaI,   i   quali   credono   di   poter comprendere   Dio   solo   bevendo   tè  hoasca,   che   contiene   la   dimetiltriptamina,   una sostanza   allucinogena.   Si   noti   che   basta   credere   che   la   droga   favorisca   la comprensione di Dio: i fedeli non sono tenuti a portare prove. Viceversa, molte prove confermano che la cannabis allevia la nausea e la sofferenza dei malati di cancro
sottoposti a chemioterapia, ma nel  2005  la Corte Suprema, sempre in osservanza
della Costituzione, ha stabilito che chiunque consumi cannabis a scopo terapeutico
sia perseguibile dal tribunale federale (anche nei pochi Stati in cui l’uso terapeutico è
consentito dalla legge). Come sempre, la religione è un asso nella manica.

ALTRA VICENDA…

Non potevo immaginare che qualcosa di molto simile sarebbe accaduto nel XXI
secolo.   Il   «Los   Angeles   Times»   dellO   aprile  2006  ha   riferito   che,   nei   campus
universitari degli Stati Uniti, numerosi  gruppi cristiani hanno intentato causa alle
rispettive università per avere applicato norme antidiscriminazione, tra cui il divieto
di molestare o insultare gli omosessuali. Riporto un tipico esempio. Nel 2004 James
Nixon, un dodicenne dell’Ohio, ottenne dalla corte il permesso di indossare a scuola
una T-shirt con la scritta «L’omosessualità è peccato, l’islam è una bugia, l’aborto è un
omicidio. Diciamo pane al pane e vino al vino!». 13   La scuola gli aveva vietato di
portare la maglietta e i genitori di James avevano citato in giudizio la scuola. I signori
Nixon avrebbero potuto presentarlo come un caso di coscienza appellandosi al primo
emendamento, che garantisce la libertà di parola. Invece l’avvocato dei Nixon puntò
sul diritto alla libertà  religiosa, sancito dalla costituzione. La loro causa, terminata
con una vittoria, è stata finanziata dall’ Alliance Defense Fund dell’ Arizona, che si
propone di «portare avanti la battaglia legale per la libertà religiosa».
Il reverendo Rick Scarborough, alfiere di tante analoghe cause cristiane, intese a
trasformare la religione in una giustificazione legale della discriminazione contro gli
omosessuali   e   altri   gruppi,   l’ha   definita   «la   battaglia   per   i   diritti   civili   del   XXI
secolo».   «I   cristiani»   dice   «dovranno   rivendicare   il   diritto   di   essere   cristiani.»14
Ribadiamo che, se queste persone facessero appello alla libertà di parola, si potrebbe
anche, pur con qualche riluttanza, simpatizzare per loro, ma non  è  al primo emen-
damento   che   ricorrono.   Il   «diritto   di   essere   cristiani»   somiglia   in   questo   caso   al
«diritto di mettere il naso nelle vite private altrui». La causa legale con cui chiedono
di poter discriminare gli omosessuali viene istruita come «reazione» a una presunta
discriminazione religiosa! E i tribunali hanno sancito la legittimità della procedura. I
ricorrenti non vincono dicendo: «Se cercate di impedirmi di insultare gli omosessuali,
violate la mia libertà di pregiudizio», bensì: «State violando la mia libertà religiosa».
Se ci pensate, qual è la differenza? Di nuovo: la religione è un asso nella manica.

(Fonti: L’illusione di dio di Dawkins) Consiglio la lettura

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